la circoncisione tra ritualità, scienza e giurisprudenza
Si stima che ad oggi circa il 20 % della popolazione maschile mondiale si sia sottoposto ad intervento di circoncisione; di questo il 60 % è residente negli Stati Uniti. Nell’antichità la circoncisione maschile era diffusa nelle culture di diversi popoli del mondo. Ad eccezione dell’Europa e dell’Asia non semitica si può dire che tale intervento veniva praticato con diverse finalità da numerose popolazioni. Consisteva in una semplice incisione della pelle oppure nell’amputazione dell’intero prepuzio.

Bernardo Zenale, “Circoncisione” (dett.), 1510 circa
Ma per quale motivo era stata istituita la circoncisione ossia il taglio del prepuzio maschile (la cute che ricopre l’estremità del pene) in assenza di indicazioni mediche ?
A- Circoncisione come strumento di rappresentazione di riti religiosi
Il rito della circoncisione di Yeshùa è descritto nella Bibbia in modo assai sobrio. È più per riferire l’imposizione del nome che per il rito in se stesso: “Quando furono compiuti gli otto giorni dopo i quali egli doveva essere circonciso, gli fu messo il nome di Gesù, che gli era stato dato dall’angelo prima che egli fosse concepito” (Lc 2:21). Imposta da Dio ad Abramo, la circoncisione doveva essere applicata a tutti, schiavi compresi, quale segno dell’alleanza tra Dio, Abramo e la sua discendenza. Secondo il volere di Dio, il patto stretto da lui con Abramo doveva essere sanzionato nell’atto della circoncisione; vale a dire, la circoncisione doveva essere un segno esterno e distintivo della alleanza con Dio oltre che sigillo della sua protezione e benedizione per Israele; ma, come le Sacre Scritture più volte riportano, senza l’intima adesione all’alleanza con Dio, che per un ebreo si concretizza nell’osservanza della legge, la circoncisione rimane però un segno vuoto. Nell’ambiente greco-romano la circoncisione, considerata una mutilazione indecente, era un marchio fisico (fin troppo visibile in una palestra dove si entrava nudi) per il quale gli ebrei venivano immediatamente riconosciuti e derisi.
La circoncisione doveva essere fatta nell’ottavo giorno dalla nascita del maschio e veniva praticata con un coltello di pietra. L’uso di un coltello di pietra indica che l’origine della circoncisione era iniziata nell’età della pietra, quando la selce era l’unico mezzo tagliente che si possedeva. Il padre (o, in caso di sua morte, la madre) compiva di persona la cerimonia mediante un taglio circolare: da qui il nome italiano (latino circum, “intorno”; latino incidere). Tale cerimonia ha per la maggior parte degli ebrei il sopravvento anche sul riposo sabbatico.
Nella comunità romana ebraica è in uso una cerimonia detta Mishmara (guardia/vigilanza). Tale uso è comunemente fatto risalire agli insegnamenti mistici di maestri della Kabbalah, disciplina che insegna l’antica saggezza che svela i segreti del cosmo e della vita; letteralmente la parola Kabbalah vuol dire “ricevere” ed è lo studio di come raggiungere l’appagamento nella propria vita. La Mishmara è un rito le cui origini risalgono a tre secoli fa eppure la maggior parte dei testi che trattano della circoncisione non menziona tale cerimonia. La Mishmara si svolge solitamente la sera prima della circoncisione (ottavo giorno dalla nascita); i membri della famiglia e gli amici si riuniscono nella casa del neonato per un banchetto. Gli uomini recitano salmi, versetti della Genesi, inni liturgici. Rabbini o dotti sono invitati a fare una lezione o ad organizzare uno studio ( limud) di legge ebraica (Torà). La serata si conclude con la preghiera notturna, recitata accanto alla culla del neonato. Le donne sono presenti alla cerimonia ma la loro partecipazione è limitata agli aspetti sociali della serata, come la distribuzione di dolci agli ospiti, tra cui la “pizza” (duro impasto con pezzi di frutta candita), dolce tradizionale della Mishmara.
Presso gli ebrei ashkenaziti discendenti delle comunità ebraiche medievali della regione franco-tedesca del Reno (e aschenazita significa appunto “tedesco”), alla vigilia della circoncisione, bambini in eta scolare vengono accompagnati a casa dei genitori del neonato, per recitare accanto a lui le preghiere solitamente dette prima di coricarsi. I bambini vengono poi ricompensati con dolci. II padre del neonato rimane sveglio tutta la notte, recitando passi tratti dalla Kabbalah e salmi. Lo scopo della veglia è di salvaguardare il bimbo dalle forze maligne che cercano di causargli del male e di impedirgli di entrare nel patto di Abramo. Le donne non partecipano a tale cerimonia. Anche il circoncisore, il padrino, parenti stretti e amici si ritrovano in casa dei genitori per recitare salmi e preghiere. II circoncisore visita il bambino per stabilire se è pronto per l’operazione. Sotto il materasso del neonato viene posta una Torà, mentre i genitori leggono la preghiera propiziatoria affinchè il figlio metta in pratica tutti gli insegnamenti biblici. II bambino viene vegliato almeno fino a dopo la mezzanotte. Anche in questa occasione vengono serviti vino e cibi prelibati. II coltello del circoncisore viene posto sotto il cuscino su cui il bimbo sta dormendo, fino alla mattina successiva. Questo serve come protezione contro le forze del male. Un altro motivo è che, qualora la circoncisione cada di Shabbat, il coltello deve essere portato prima della festa nel luogo dove il bambino verrà circonciso. Ponendolo sotto il cuscino, potrà essere spostato da un luogo all’ altro insieme al bambino, senza trasgredire a nessun divieto dello Shabbat. (cfr Eric Karsenty: La Mishmara degli ebrei romani))


Il popolo Kikuyu rappresenta il gruppo etnico più numeroso del Kenya. Prima della cerimonia di iniziazione il giovane Kikuyu non ha personalità e non è considerato membro della società; non ha diritti, non può possedere, non può sposarsi, e neppure prendere parte alle cerimonie sociali e alle danze della gioventù. L’iniziazione consiste, oltre che di un periodo di isolamento, nella circoncisione e nell’insegnamento dei diritti e dei doveri. Durante l’iniziazione vengono inoltre inculcate le convenienze sociali, le regole del galateo. E con l’iniziazione il giovane entra a far parte della classe di età alla quale appartengono tutti i giovani che hanno compiuto la cerimonia durante l’anno, a qualunque clan appartengano. I Kikuyu riconoscono nella circoncisione una caratteristica tribale imprescindibile. I membri della stessa classe di età diventano come fratelli tra loro: un torto fatto a uno è fatto a tutti. Si aiuteranno nel lavoro, nel pagare le multe, nel vendicare gli insulti. Il giovane iniziato è l’orgoglio della famiglia: gli si da il titolo di particella di Dio (‘ienyu jtfa Ngai). Con l’iniziazione, il giovane Kikuyu entra nella categoria dei guerrieri e fa parte dell’esercito, al quale spetta di tenere l’ordine nei mercati e nel paese, difendere quest’ultimo dalle razzie nemiche e arricchirlo con razzie di donne e bestiame a danno delle tribù vicine, come i Masai (cfr Letteratura e cultura Kikuyu di P. Vittorio Merlo Pick).
C- Circoncisione come strumento di motivazioni di tipo igienico-profilattico
Non va infine esclusa una motivazione igienica e profilattica al ricorso alla circoncisione anche se va ritenuta secondaria. Si rammenta a proposito che nel Nord America divenne una pratica assolutamente generalizzata fino all’inizio degli anni Settanta, quando la American Academy of Pediatrics (AAP) nel 1971 e nel 1975 sostenne l’inesistenza di valide motivazioni mediche per la circoncisione profilattica neonatale. Quando, tuttavia, nuove ricerche condotte nella metà degli anni ‘80 dimostrarono che la circoncisione effettivamente riduceva il rischio di infezioni del tratto urinario (UTI) e di malattie sessualmente trasmesse, l’AAP riformulò le precedenti posizioni riconoscendo i potenziali benefici e vantaggi derivanti dalla circoncisione, pur tenendo conto dei possibili rischi legati a tale procedura. Sempre l’AAP, nel 2005, ribadì che, sebbene ci fosse un potenziale beneficio, i dati disponibili al momento non erano sufficienti per raccomandare la circoncisione routinaria neonatale. A tale conclusione pervennero anche numerose altre istituzioni scientifiche mondiali. Pertanto, nonostante i rischi e i potenziali benefici della circoncisione profilattica siano stati largamente studiati, attualmente, non esiste ancora un consenso unanime sulla reale utilità della circoncisione neonatale. I dati riportati in letteratura risultano estremamente discordanti tra loro ed inconclusivi. Interessante risulta invece la possibilità che soggetti circoncisi abbiano un minor rischio di contrarre l’infezione da HIV come è stato riportato per la prima volta da uno studio del 2000 condotto su soggetti dell’Africa sub-sahariana. Ulteriori successivi lavori hanno ribadito il ruolo protettivo della circoncisione nei confronti della infezione da HIV.
Altri studi, inoltre, hanno evidenziato che la probabilità di trasmissione dell’HIV al partner femminile di uomini con HIV è più bassa se il partner maschile è circonciso. Dal punto di vista igienico si ritiene che l’assenza del prepuzio permetta una miglior pulizia soprattutto a livello del solco balano-prepuziale; inoltre nei circoncisi vi è una minor produzione di smegma ( materiale di secrezione e di desquamazione del prepuzio); In alcuni casi, lo smegma può essere causa di balanopostiti (infiammazioni del prepuzio e del glande), mentre alcuni studi hanno messo in relazione la sua produzione e il suo accumulo con un’aumentata incidenza di tumore del pene.
La circoncisione terapeutica
Brevemente per opportuna completezza si rammentano le condizioni mediche che giustificano un intervento di postectomia (termine medico che indica la circoncisione):
- balanopostiti ricorrenti (infiammazioni che interessano il glande ed il prepuzio);
- ricorrenti infezioni urinarie soprattutto quando queste coesistono con la presenza di situazioni che possono favorire la risalita dell’infezione mettendo a rischio la funzionalità renale;
- parafimosi (il prepuzio resta a lungo retratto dietro al glande non potendo più riprendere la posizione iniziale).
- reflusso vescico-ureterale e la balanite xerotica-obliterante.